
Liberazione
Giuseppe Conoci, scrittore e fondatore di AnimaMundi Edizioni, è il testimone asincrono del progetto 7. Libri per sentirsi liberi e aperti come un libro
La possibilità di leggere e la lettura come possibilità di una liberazione
Mi sembra una traccia molto importante, molto, molto reale.
A me viene spesso utilizzare questa metafora: pensare ai libri come qualcosa che ci aiuta a comporre il nostro volto. Io penso che noi nasciamo con un volto fisico, ma il nostro vero volto, la nostra identità più intima e profonda non la conosciamo in realtà. La scopriamo strada facendo nella vita.
Una delle cose a cui io ho sempre pensato è che i libri hanno questa funzione sacra, una funzione conoscitiva estremamente importante: noi leggiamo un libro e aggiungiamo una tessera al mosaico del nostro volto.
Il tempo del risveglio
Chissà se arriveremo un giorno a conoscere per intero questo volto. È nella misura in cui noi conosciamo chi siamo più in profondità che possiamo essere maggiormente liberi.
Se ci pensi, noi viviamo in un tempo che ci spinge alla frenesia. Questa frenesia non può che generare un modo di vivere superficiale.
La lettura ci permette di entrare in un altro tempo. Non è il tempo della frenesia, dell’anestesia. È il tempo del risveglio. Quando noi leggiamo abbiamo questa possibilità di scendere in profondità e come dice James Hillman quando scendiamo in profondità noi troviamo l’anima: la nostra anima individuale, ma anche l’anima mundi, l’anima del mondo. Io collegherei queste due aspetti. Ci sono tante forme di libertà. Una tra queste, una delle forme che a me sta più a cuore, è la libertà interiore, la possibilità di una liberazione interiore scaturita dalla conoscenza di se stessi, dalla conoscenza della propria anima individuale. E c’è l’anima mundi. Poi, anima mundi e anima individuale confluiscono, diventano un tutt’uno.
L’incontro magico
Sarebbe bello pensare alle librerie come luoghi in cui uno va per liberarsi ed è bella questa cosa se ci pensi, perché tutti noi facciamo questa esperienza, che ha un po’ del magico. Tu vai in una libreria e ti senti attratto. Non sai bene perché. Ci passi del tempo e poi quasi sempre succede che incontri un libro e questo incontro è magico. Mi piace pensarlo proprio nella direzione di questa nostra conversazione. C’è l’idea che io vado in una libreria e li accadrà un incontro che io non ho previsto, non ho programmato, non ho progettato. Ma quell’incontro c’è e mi libererà e mi permetterà di dare uno sguardo diverso a delle cose che in questo momento stanno accadendo nella mia vita. Certe volte addirittura un libro può direzionare una decisione importante che dobbiamo prendere, definire una strada su cui siamo insicuri.
Quel libro che mi ha toccato e anche liberato
Questa cosa qui per me è straordinaria: questo potere dei libri è liberatorio, è il potere di direzionare le nostre vite.
Penso che ci sia come una circolarità. Io metto in circolo dei libri che magari libereranno altre persone, ma prima sono stato liberato da quel titolo, perché la lettura, l’incontro con quelle parole di un libro, mi ha toccato e in qualche misura deliberato.
Se ci pensi, il mio cammino di editore si è fatto attraverso l’incontro con un libro. Faccio l’editore perché ho letto un libro di Christian Bobin. Quel libro mi ha toccato e liberato. Mi ha condotto in cammino, forse verso una progressiva e infinita liberazione. Ho scelto di fare l’editore perché volevo pubblicare gli altri suoi libri ancora non tradotti.
Vedi come i libri plasmano anche il nostro destino?
Nel nostro cammino in questa vita, nel nostro cammino personale e professionale c’è una reciprocità. C’è un incontro con un libro che ti libera, poi tu lo pubblichi e questo movimento che prima hai vissuto nella tua solitudine, nella tua vita personale, va a toccare le vite di tante altre persone.
La storia di Giulia
È molto bella la storia di una ragazza che legge i libri e lascia sempre una parte non letta. Ha del poetico. Non riesco a sapere, a capire bene perché, però mi arriva con una bellezza questa cosa qui. È come lasciare la porta aperta. Lo trovo molto poetico. Potrebbe essere un’ispirazione per scrivere una storia, un libro.
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